I minori e la rete

È impensabile considerare la nostra vita quotidiana senza le nuove tecnologie.
I minori, adolescenti e giovani, ne sono i maggiori fruitori.
Sono innegabili i vantaggi, ma sono altrettanto indiscutibili i pericoli.
Ed è molto importante stimolare in tutti, ma soprattutto nei ragazzi, il senso critico e l’autocontrollo.

di Giuseppe Lodeserto

Lo sviluppo delle tecnologie informatiche, in particolare di Internet, ha consentito di attivare l’ennesima trasformazione della società in cui viviamo, per condurci in un ambiente globalizzato in cui lo sviluppo culturale, economico, umano, industriale e sostenibile passa attraverso il possesso e l’acquisizione continua di informazioni e, di conseguenza, del sapere, dando luogo alla società della conoscenza.

Al giorno d’oggi è impensabile considerare la nostra vita quotidiana senza le nuove tecnologie. Smartphone, tablet, pc sono strumenti comunemente utilizzati, indispensabili e necessari. Quanti di noi, se la mattina dimenticano il proprio cellulare non tornano a casa per riprenderlo? E questo rapporto con la tecnologia riguarda tutti: adulti, adolescenti, persino bambini, mentre i giovani sono spesso i principali fruitori dei media digitali.
Luciano De Crescenzo nel Fedro di Platone ha detto che Socrate diceva che la scrittura era una minaccia per la cultura perché a un libro non si possono fare domande… «a Socrate – ha aggiunto De Crescenzo – mancava Internet!».
Tutti i ragazzi ormai passano gran parte del loro tempo libero con le nuove tecnologie: giocano, si divertono con i videogiochi, cercano tutte le informazioni di cui hanno bisogno su internet, sviluppano e mantengono relazioni sociali sui social, comunicano e si relazionano con i loro amici e parenti tramite cellulare.

Ma per le nuove tecnologie non c’è solo l’aspetto ludico e sociale, esse, infatti, offrono ai giovani anche numerose opportunità di sviluppo e di apprendimento, e possono creare momenti di divertimento, crescita, interazione e legame, tra genitori e figli. E ciò non vale solo per gli adolescenti, ma vale anche per i bambini.

Nel 2001 lo scrittore statunitense Marc Prensky, innovatore nel campo dell’educazione e dell’apprendimento, in un suo articolo utilizzava per la prima volta il termine di Nativi Digitali e Immigrati Digitali, identificando con il primo termine coloro che fin dalla nascita hanno vissuto a contatto con i mezzi di comunicazione digitali e le svariate tecnologie. Tale intuizione scaturiva dal fatto che qualcosa di profondamente nuovo stesse per accadere, in questa definizione si è rimasti nella convinzione che fosse onnicomprensiva e sufficiente per capire un intero fenomeno.
Ma è realmente così?

In generale, i ragazzi percepiscono la tecnologia come qualcosa di positivo perché collegata al divertimento. Occorre, comunque, incoraggiare l’autocontrollo nell’uso della stessa. Educarli al controllo di sé è fondamentale per il loro processo di sviluppo e di crescita.

Alcuni genitori e/o educatori, molto rigidi e intransigenti, affermano che la tecnologia è molto utile: non va negata o demonizzata.
Essenziale è saperla usare con equilibrio, senza incoraggiare dipendenze ed eccessi.

Ma, ancora più importante, è stimolare nei ragazzi il senso critico nei confronti dei Media digitali.
Nel nostro rapporto quotidiano con i Media digitali, infatti, non è tanto importante conoscerli e saperli usare perfettamente, quanto piuttosto sviluppare un atteggiamento responsabile di analisi e di critica. Non essere fruitori passivi, ma attivi, attenti e consapevoli. Occorre quindi il giusto equilibrio tra conoscenza – misure comportamentali – e consapevolezza – minacce, rischi.

Papa Francesco, rivolgendosi ai ragazzi, ha affermato: «La vostra felicità non è un’app», è un’affermazione che riguarda proprio il rapporto con le nuove tecnologie che caratterizza adolescenti e giovani. Ha detto anche: «La vostra felicità non ha prezzo e non si commercia», e ha aggiunto «la felicità non è un’app da scaricare sul telefonino».
Con queste dichiarazioni il Pontefice ha voluto rimarcare l’importanza dell’etica, dei valori e del senso del limite, senso che sempre più spesso è in crisi per via di una società sempre più caratterizzata dal ricorso al consumo e al “piacere immediato” e in cui, spesso, trova nella tecnologia e nel mondo virtuale “un’utile fuga” dal mondo reale e dalle sue dinamiche: «Internet offre una ricchezza inestimabile di informazioni, conoscenza, contatti umani. È così grande che ha gli stessi pregi e gli stessi difetti del mondo reale: pieno di cose meravigliose e anche di porcherie e cose inutili» (Roberto Vacca).

Tutto, allora, è a portata di mano, in un click.
Il web fornisce la sensazione che tutto è possibile; che possiamo liberare la nostra creatività e il nostro pensiero; che la nostra identità reale possa essere completamente celata: il concetto di Io-reale lascia il posto a quello di Io-virtuale e la Persona, l’Io della vita quotidiana, svanisce per divenire solamente nickname.

L’uso delle nuove tecnologie, soprattutto nelle nuove generazioni, sta cambiando, dunque, il modo di approcciarsi all’altro e sta modificando tanto la componente emotiva da fare emergere la parte più aggressiva. Fenomeno quest’ultimo che, spesso, si associa al bullismo o, ancora di più, al cyber-bullismo, entrambi comportamenti correlati ad atteggiamenti finalizzati a offendere, spaventare e umiliare la vittima.

Se analizziamo il termine bullismo, possiamo dire che deriva dall’inglese bullying «comportamento da bullo; spavalderia arrogante e sfrontata. In particolare, atteggiamento di sopraffazione sui più deboli, con riferimento a violenze fisiche e psicologiche attuate specialmente in ambienti scolastici o giovanili» (vocabolario Treccani).
E se esaminiamo anche il termine cyber-bullismo «bullismo virtuale, compiuto mediante la rete telematica. Composto dal confisso cyber aggiunto al sostantivo maschile bullismo».
L’aggressività, allora, risulta oggi più attuale e assume una forte rilevanza sociale.

Grazie alla diffusione dei device e al successo dei social – la nuova spina dorsale dell’intero sistema di comunicazione – «la tecnologia è divenuta un ambiente da abitare, un’estensione della mente umana, un mondo che si intreccia con il mondo reale e che determina vere e proprie ristrutturazioni cognitive, emotive e sociali dell’esperienza» (Cantelmi). Occorre, pertanto, evitare di immaginare internet come uno spazio virtuale nel quale i nostri comportamenti e le nostre azioni non hanno ripercussioni, anche gravi, rispetto a ciò che facciamo nella vita quotidiana: il web è ormai la nostra vita “reale”, e noi dobbiamo essere fruitori consapevoli dei rischi, dei pericoli e delle eventuali sanzioni cui andiamo incontro.

Avendo ben chiaro questo contesto diventa dunque indispensabile precisare che qualunque reato sia commesso attraverso il mezzo informatico/telematico, dalla legge è equiparato ai reati comunemente commessi e regolamentati da leggi specifiche. Sono perseguibili legalmente: la Diffamazione a mezzo internet: quando si offende qualcuno in chat, sui social o su qualsiasi sito web; la sostituzione di persona: quando si finge di essere un’altra persona-falso profilo social; il trattamento illecito di dati personali: quando si diffondono online i dati personali di un’altra persona; la diffusione di materiale pedopornografico: quando si condividono foto o video di persone minorenni a sfondo sessuale; il furto d’identità: quando ci si impossessa dei dati personali di un’altra persona senza averne il permesso.

E ancora rischi e pericoli quali: adescamenti online; pedofilia e pedo-pornografia; stalking; informazioni imprecise, false e/o allarmanti; visione di contenuti violenti, nocivi e/o diseducativi; infezioni informatiche da “malware”; traffico di droga; furto d’identità; truffe; phishing e violazione del diritto d’autore.

Tralasciando le varie indicazioni delle Nazioni Unite e le raccomandazioni dell’Unione Europea emanate nel corso degli anni, è bene soffermarsi sulle violazioni di legge che bullismo e cyber-bullismo comportano in Italia.

I comportamenti legati al bullismo violano innanzitutto alcuni principi fondamentali della Costituzione italiana che assegna allo Stato il compito di promuovere e favorire il pieno sviluppo della persona in forza di alcuni principi ben enumerati.

Nella legge penale i reati che si possono configurare per i comportamenti citati e, a seconda di come questi ultimi si esprimono, sono: atti persecutori-stalking, art. 612 bis cp, così come modificato dal DL 93/2013, che prevede un aggravamento della pena nel caso in cui il fatto sia commesso «attraverso strumenti informatici o telematici», percosse (art. 581 cp); lesioni (art. 582 cp); danneggiamento (art. 635 cp); ingiuria (art. 594 cp); diffamazione (art. 595 cp); molestia o disturbo alle persone (art. 660 cp); minaccia (art. 612 cp); sostituzione di persona (art. 494 cp); accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico (art. 615 ter cp); esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza sulle cose (art. 392 cp); frode informatica (art. 640 ter cp). E, infine, non va trascurato l’art. 580 cp: istigazione o aiuto al suicidio. In questi ultimi anni, infatti, giornali e telegiornali riportano di frequente notizie di giovani adolescenti che non riescono più a portare il peso della violenza e delle prevaricazioni. Dopo eclatanti episodi di cronaca si è iniziato a parlare in maniera più concreta e sistematica di “istigazione al suicidio” nei casi di bullismo.

Un grosso problema della Rete è, di fatto, che non ci sono limiti a quello che si può fare. Non ci sono limiti di tempo e di spazio – si può arrivare dappertutto fin nella sfera più privata delle persone – con un mezzo tecnologico tra le mani è più facile, non si guarda negli occhi la vittima che soffre perché in mano si hanno un pc, un tablet, un telefono che sono oggetti inanimati e con i quali è più semplice pensare che anche l’altro non abbia emozioni, non soffra, perché è tutto un gioco, è divertente. In più chi mette in atto le prepotenze virtuali può mantenere anche l’anonimato con estrema facilità.

Nel 2017 è stata emanata la Legge 71 – Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno del cyber-bullismo – il provvedimento intende contrastare il fenomeno del cyber-bullismo in tutte le sue manifestazioni con azioni a carattere preventivo e con una strategia di attenzione, tutela ed educazione nei confronti dei minori coinvolti sia nella posizione di vittime, sia in quella di responsabili di illeciti, assicurando l’attuazione degli interventi senza distinzione di età nell’ambito delle istituzioni scolastiche.

La legge, che definisce il cyber-bullismo come «qualunque forma di pressione, aggressione, molestia, ricatto, ingiuria, denigrazione, diffamazione, furto d’identità, alterazione, acquisizione illecita, manipolazione, trattamento illecito di dati personali in danno di minorenni, realizzata per via telematica, nonché la diffusione di contenuti on line aventi ad oggetto anche uno o più componenti della famiglia del minore il cui scopo intenzionale e predominante sia quello di isolare un minore o un gruppo di minori ponendo in atto un serio abuso, un attacco dannoso, o la loro messa in ridicolo», vale sia per le vittime – prevedendo la rimozione dei contenuti offensivi e la segnalazione al Garante della Privacy – ma anche per i bulli, con l’ammonimento e l’educazione continua.

Al cyber-bullismo è stata estesa, infine, anche la “procedura di ammonimento” già prevista in materia di stalking e violenza domestica e, in caso di ingiuria (art. 594 Cp), diffamazione (art. 595 Cp), minaccia (art. 612 Cp) e trattamento illecito di dati personali commessi mediante Internet da minori ultraquattordicenni nei confronti di altro minorenne; fino a quando non è proposta querela, o non è presentata denuncia, è applicabile la procedura di ammonimento da parte del questore che, a tal fine, convoca il minore insieme ad almeno un genitore o ad altra persona esercente la responsabilità genitoriale; gli effetti dell’ammonimento cessano al compimento della maggiore età.

Alla luce di quanto evidenziato è evidente che per le nuove generazioni occorre sviluppare una rete positiva e sicura, e per questo è importante che ognuno faccia la parte che gli compete.


Posted in Senza categoria


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.