Approccio di fede al dramma della pedofilia
Grano e zizzania
Quando eravamo al catechismo ci hanno raccontato la parabola del grano e della zizzania (Mt 13,….). Ma non era un racconto per bambini, perché presenta il dramma della Chiesa nella mescolanza tra santi e peccatori. Forse siamo rimasti sopresi che il padrone non abbia voluto far strappare la zizzania, liberando il grano. Con il tempo abbiamo capito che, siccome le radici sottoterra sono intrecciate, strappando la zizzania, si sradicava anche il grano. E abbiamo accettato di aspettare la mietitura, quando il padrone avrebbe separato il grano dalla zizzania.
Nel frattempo dovevamo accettare la mescolanza e tollerare la presenza della zizzania, cioè del peccato e dei peccatori.
Ma nessuno ci aveva detto quanto era pesante questa tolleranza, soprattutto quando questi peccatori non erano i non-cristiani, ma gli stessi cristiani dentro la Chiesa. Adesso che è scoppiato lo scandalo orribile della pedofilia, ci rendiamo conto della gravità della situazione e della serietà della parabola.
Bisogna attivare tutte le risorse della fede per rimanere nella Chiesa e dare testimonianza al nostro battesimo. Adesso dobbiamo dimostrare di credere davvero che la Chiesa è nelle mani di Dio e non nelle mani degli uomini; e anche se gli uomini di chiesa si comportano male, crediamo che il Signore sta preparando un futuro di speranza per la Chiesa e la sua missione nel mondo.
I fatti
è un dramma infinito. Si è cominciato con il Belgio anni fa; si è continuato con l’Irlanda, dove Papa Francesco è andato a riparare i danni e incoraggiare i buoni; poi è scoppiato il caso del Cile, dove l’intero episcopato ha dato le dimissioni per la sua incapacità a intervenire; e siamo arrivati alla Pennsylvania, fino a trascinare nello scandalo l’ex arcivescovo di Washington, Th. McCarrick, costretto a dimettersi da cardinale a 88 anni. E tutto questo senza considerare le altre accuse di omosessualità e disordini morali ed economici di vario genere, che chiamano in causa preti, religiosi, suore e vescovi.
Cosa sta succedendo nella Chiesa? In quale notte questo “nemico” ha seminato la zizzania? Come mai la Chiesa è stata invasa dal male fino a questo punto? è vero, c’è stata la rivoluzione sessuale del ‘68, ma le cose sono cominciate anche prima; e come mai nessuno è riuscito a impedire che il male dilagasse? Sono domande difficili, le risposte potrebbero essere tante, ma forse tutte insufficienti perché si tratta di un fenomeno sociale complesso. Tuttavia rimane una domanda bruciante per noi cattolici: come facevano questi preti con questi peccati ad andare a celebrare la S. Messa? Non avevano nessun timore di Dio, nessun rimorso? Non saprei cosa rispondere. Qualcosa non ha funzionato nella loro mente, per cui non pensavano di essere in peccato mortale, o immaginavano che Dio “misericordioso” non s’interessasse a quello che facevano. Forse per far tacere la loro coscienza si sono messi a fare ragionamenti sofisticati e alla fine sono stati vittime delle loro menzogne.
Confusione teologica
Nella confusione teologica degli anni passati – e in parte ancora attuale – alcuni moralisti dicevano che l’importante è fare una “opzione fondamentale” di fede verso Dio, mentre le “scelte particolari” concrete sarebbero secondarie, perché non potrebbero modificare l’“opzione fondamentale”. Così le singole azioni cattive non comprometterebbero la fede e il rapporto personale con Dio. Con questi e simili ragionamenti ognuno poteva giustificare se stesso, illudendosi di essere in grazia di Dio, mentre continuava a commettere peccati orribili e insopportabili. Contro questi e altri errori di dottrina morale nel 1993 era intervenuto il papa san Giovanni Paolo II scrivendo l’enciclica Veritatis Splendor sulla dottrina morale. Ma ormai era tardi, e comunque tanti non l’hanno presa sul serio, anzi l’hanno criticata e contestata.
Adesso i fatti sono diventati di dominio pubblico e si sono visti gli effetti perversi di quelle impostazioni morali e di quei ragionamenti artificiosi che hanno permesso e coperto questi disastri spirituali. Bisogna seguire la verità della fede nella distinzione tra bene e male, per scegliere il vero bene ed evitare il male in tutte le sue forme. Questo vale per tutti, preti e laici, uomini e donne, piccoli e grandi. Non è vero che il bene e il male viene stabilito dalla classe dominante, come dice Marx; e non è vero che l’uomo è al di là del bene e del male, come dice Nietzsche. Tutte le azioni che sono contro l’uomo e contro Dio sono cattive in se stesse, sono indicate in modo chiaro nei Dieci Comandamenti, e non ci sono ragionamenti che possono farle considerare buone. La coscienza le deve riconoscere ed evitare; mentre deve scegliere le azioni che esprimono l’amore di Dio e del prossimo. Se ci sono dubbi, il Vangelo aiuta distinguere il bene dal male.
I media
Naturalmente i nemici della fede approfittano di questo momento difficile per criticare e attaccare la Chiesa. I giornali parlano della pedofilia nella Chiesa, ma non dicono nulla di quello che succede nella società. Soprattutto parlano del male commesso dai preti, ma non dicono nulla del tanto bene che preti, vescovi e suore fanno nelle parrocchie e nelle missioni, nell’istruzione, nella sanità, nell’aiuto ai poveri. E neppure parlano delle persecuzioni continue dei cristiani in tutte le parti del mondo. In questi mesi passati sono stati uccisi oltre 3.500 cristiani per la loro fede, circa 50 al giorno! Perché questo accanimento contro la Chiesa e contro i discepoli del vangelo? Perché il Vangelo rimprovera il peccato del mondo! Noi sappiamo però che proprio la fedeltà e la generosità di tanti sacerdoti e suore ha mantenuto viva le fede nel popolo di Dio, e la testimonianza dei martiri rafforza la Chiesa.
Eliminare la sporcizia
La parzialità dei mezzi di comunicazione non ci impedisce però di vedere il male all’interno della Chiesa e impegnarci a eliminarlo. Papa Francesco il 20 agosto di quest’anno 2018 ha scritto una Lettera a tutto il “popolo fedele di Dio” per chiedere preghiere e digiuno, per ottenere il perdono di tanti peccati e ha ricordato le parole dell’allora cardinale Ratzinger nella Via Crucis del 2005, quando disse: «Quanta sporcizia c’è nella Chiesa, e proprio tra coloro che nel sacerdozio dovrebbero appartenere completamente a lui», a Gesù.
Adesso questa sporcizia si vede in tutta la sua orribile abiezione e vergogna, e bisogna buttarla fuori: bisogna purificare la Chiesa e la vita cristiana. Tutti dobbiamo fare la nostra parte: i seminari nella formazione; i vescovi nelle decisioni adeguate; ogni cristiano nella preghiera perché il Signore ci «liberi dal male». Conosciamo le parole del Salmo: «Se il Signore non costruisce la casa, invano faticano i costruttori» (Sal 126,1); senza l’aiuto del Signore non riusciremo a rinnovare la vita cristiana.
Segno di speranza
In questa situazione ecclesiale drammatica, come nei periodi più brutti della storia, c’è però un motivo di speranza. Dice la Prima lettera di san Pietro: «è giunto infatti il momento in cui inizia il giudizio dalla casa di Dio, e se inizia da noi, quale sarà la fine di coloro che rifiutano di credere al Vangelo di Dio?» (1Pt 4,17). Il male sta invadendo il mondo: guerre, crudeltà, ingiustizie, insensibilità; ricchi che diventano sempre più ricchi e poveri sempre più poveri; ritorna la schiavitù e il disprezzo razziale in diverse forme; migranti rifiutati e abbandonati a se stessi; aborti diffusi, eutanasia in aumento, famiglie distrutte, disordini sessuali giustificati in nome della libertà; incertezza nelle relazioni affettive, per la pratica della procreazione eterologa, e si potrebbe continuare a lungo.
Bene, il Signore si è stancato e ha deciso di intervenire, perché la creazione è sua e non la lascia deformare. Egli interviene per salvare l’umanità dall’autodistruzione sia dalla guerra atomica, sia da questi comportamenti contrari alla natura umana e ai Comandamenti. Per poter purificare tutta la società, comincia dalla Chiesa; per bonificare il mondo, comincia a bonificare la vita dei cristiani. Così la Chiesa potrà dire a tutti, non solo a parole, ma con i fatti, qual è il modo giusto di vivere da uomini nel nostro tempo e qual è il vero umanesimo che rispetta la dignità della persona. Bisogna precisare quali sono i comportamenti sbagliati da correggere, e quali sono le componenti positive e le potenzialità umane da sviluppare e realizzare.
Parola di vita
Davanti alle tante culture dei popoli, con i loro principi etici, e davanti all’attuale cultura post-moderna, è giunto il momento di proclamare ad alta voce che il Vangelo, la parola di Gesù, è il «pane di vita» (Gv 6,48); il messaggio della fede cristiana è «parola di vita» (At 5,26; Fil 2,16). Per umanizzare la vita del genere umano e per correggere i comportamenti crudeli e disumani, non bisogna ascoltare le tante filosofie in circolazione sugli schermi televisivi, e neppure le parole seducenti dell’ideologia liberal-radicale, che propone una libertà individuale senza limiti, ma bisogna ascoltare la parola di Gesù, che è il vero uomo, come disse Pilato: «Ecco l’Uomo!». Gesù è l’Uomo che ha realizzato se stesso nella verità e nel bene e insegna agli uomini il modo giusto di vivere tra gli uomini. La sua è Parola di vita, perché rende umana la vita su questa terra e apre la via alla vita felice nell’eternità del cielo.
Perché questa Parola di vita possa splendere come luce nella notte per tutti gli uomini, e perché la Chiesa sia la Città posta sul monte, visibile a tutti perché tutti la possano raggiungere per abitarvi, Gesù ha cominciato a purificarla buttando fuori la sporcizia della pedofilia e della corruzione morale e spirituale. Nel Vangelo di Giovanni, Gesù, all’inizio del suo ministero, purifica il Tempio (Gv 2,13-22).
Butta “fuori del tempio” pecore, buoi, colombi, cambiavalute, e tutti coloro che facevano i loro affari e i loro interessi all’ombra della religione. Così, a me pare, sta facendo ora il Signore, perché ha deciso di mandare via tutti coloro che si nascondono nella Chiesa per meglio seguire le proprie passioni, inseguendo soldi, sesso, successo, orgoglio e potere. Quando questo sarà compiuto, la Chiesa sarà come l’ha voluta il Concilio: «sacramento universale di salvezza» per tutti i popoli (LG 48), perché tutti sperimentino la bellezza di stare nella Chiesa cattolica.
Impegno
Perché questo si realizzi è necessario ristabilire la verità della fede, contro tutti i dubbi e le ipotesi erudite di certi studiosi; ristabilire la correttezza dell’agire morale, contro i nuovi maestri delle libertà individuali senza responsabilità personale e senza rispetto della realtà naturale e delle relazioni sociali; riproporre la bellezza del bene e il valore dell’impegno per costruire la famiglia e la società del futuro in modo che siano davvero degne dell’uomo. Per raggiungere questo obiettivo tutti devono fare la loro parte, dal Papa fino all’ultimo chierichetto. Tutti siamo coinvolti, preti, parroci, teologi, catechisti, insegnanti di religione, e ogni singolo fedele che vuole vivere il suo battesimo ed essere «pronto a dar ragione a tutti della speranza che è in lui» (1Pt 3,15).
Per ora seguiamo l’esempio del Papa, cerchiamo la verità e la giustizia, non nascondiamo il male e impegniamoci nella preghiera. Se ognuno di noi cresce nella vita cristiana, cresce la santità della Chiesa, il mondo si eleva moralmente e i peccatori si convertono. Questo è anche l’invito di Papa Francesco nell’esortazione Gaudete et Exultate, dove invita tutti a progredire nella santità “della porta accanto”, la santità di chi nella vita quotidiana si impegna a fare il bene, osservando i Comandamenti secondo la volontà di Dio. Ognuno può dare questo contributo per migliorare la Chiesa, come dice uno dei motti più diffusi della Comunità Emmanuel: cambia il mondo dove puoi, comincia da te!
Padre Domenico Marafioti s.j.