Diakonia “Tra simboli e luoghi sorgivi”

La costruzione

È stata avviata nel 1997; nel 2003-2004, non ancora terminata, è stata aperta alle prime attività e ai primi servizi comunitari.

Si raggiunge percorrendo la strada provinciale Lecce-Novoli, al n. 23.

L’edificio si sviluppa su due piani, parallelamente alla strada Lecce-Novoli, per oltre 100 metri, con tre ampi accessi equidistanti, sormontati da grandi archi che interrompono l’uniformità della struttura. Tutt’intorno, due filari di alberi assicurano verde ed ombra. Da vicino, ci si accorge che la costruzione ha un altro piano sotto il livello della strada e, nell’insieme, appare maestosa ed essenziale; una parte è dedicata all’ospitalità (almeno sessanta stanze, singole o multiple); l’altra, edificata con “pietre vive” e blocchi di tufo estratti da cave della zona, alla ricerca psicologica, culturale e spirituale. […]

La lunga facciata di pietra viva, i “segni” in pietra leccese collocati davanti all’ingresso principale, tra carrubi e macigni, il cortile e gli ambienti interni, sorprendono il visitatore, suscitando all’improvviso uno stupore inatteso e ineffabile […]

Fra i tanti valori espressi dalla costruzione e comunicati con il linguaggio dei “segni”: diversità, essenzialità, bellezza/armonia, itinerari e opportunità.

La diversità appare subito nei criteri di costruzione, in alcune scelte estranee alle abitudini del territorio, come, ad esempio, la facciata di pietre vive e i tetti a tegole, invece di quelli a terrazza usati nella zona; […]

I tetti (come altri luoghi dell’ISMS) sono diversi per far pensare, già a prima vista, a realtà diverse; la lunga parete di pietra viva, che si dispiega allo sguardo di chi arriva, rafforza la percezione della diversità, confermata e prolungata dai massi e dalle pietre di fiume del cortile interno… La diversità fa così da “porta” d’ingresso ad un “altro” mondo e rimane come nota visiva e atmosfera dell’anima, perché questa vi si lasci attrarre e vi si addentri… verso e fino alle fonti delle acque della vita (Ap 7,17).

Fa bene al cuore muoversi “all’interno” di quella pietra tufacea, originaria e viva, tagliata dalla cava e diventata pareti e volte, corridoi e stanze: vi si respira spoliazione, nudità, sobrietà, invito ad ”essere” senza veli, né apparenze, né coperture, né alcunché di superfluo! Essere e silenzio arcano, pieno della vita del profondo, da cui partono voci dirette all’anima…

La nudità e l’essenzialità spesso fanno da supporto ad esiti di incomparabile bellezza che si coglie nell’arte, nell’armonia dei vari elementi, nel disegno degli ambienti: mentre questi ti offrono semplice e calda accoglienza, i segni ed i simboli sempre presenti aprono ai percorsi interiori e vi indirizzano l’anima, orientandola verso le sorgenti della vita e guidandola lungo la “via pulchritudinis”.

Vertici estetici sono raggiunti nella grande cappella circolare e negli straordinari mosaici di padre Marko Ivan Rupnik s.j. nell’aula delle conferenze. E tuttavia, l’intera costruzione è una meravigliosa traccia per la contemplazione, che dalla bellezza visibile conduce a realtà più profonde da scoprire, gustare, vivere. Si ha come la sensazione di stare in “luoghi sorgivi” di sentimenti nascosti in vene sotterranee, liberati e fatti sgorgare dal contatto con quelle “pietre” che irradiano genuinità, colore, calore, trasportando l’animo in un mondo che non sai definire, ma che ti avvolge di autenticità, bellezza, serenità e pace.

Itinerari

[…] Lo spazio e l’edificio (nella sua architettura, nei suoi materiali di pietra/legno/ferro, nei suoi aspetti funzionali e simbolici) costituiscono, già in se stessi, un percorso, che parte dall’esterno e, per la “porta della diversità” (la nuda pietra), entra in luoghi di semplicità/sobrietà/essenzialità/austerità, tali tuttavia da far respirare un senso di pace, di bellezza, di “mistero” (realtà “oltre”), passando per le vie (e ascoltando la voce) dell’esperienza e della storia, del silenzio, della scienza, della filosofia e dell’etica, delle culture e delle religioni, di Ignazio di Loyola, della Bibbia, del Cristo, aprendo viandanti e pellegrini agli itinerari già tentati o realizzati da altri e incoraggiando ognuno all’itinerario suo proprio, da cercare/trovare/ritrovare “dentro” e proseguire “fuori”…

 Accento sul dialogo

Il tema del dialogo risulta centrale nell’impostazione delle attività dell’Istituto: alcuni segni sono espressamente dedicati al dialogo con se stessi, tra i sessi, tra generazioni, tra culture, tra religioni. […]

Al dialogo tra culture e tra religioni sono dedicati, tra l’altro, dei grandi pannelli in cui le culture e le religioni sono presentate nello spazio e nel tempo, tra natura e storia, tra esperienza, scienza e sapienza, tra minaccia di morte, ricerca di senso e speranza/promozione di vita.

Tra storia e profezia

L’I.S.M.S. ricorda a tutta la Comunità le sue origini (non tanto nel tempo, quanto nei valori ispiratori) e l’aiuta a ritornarvi rinnovandosi nell’accoglienza, nella preghiera, nella missione, come è chiaramente testimoniato da tre esperienze ed espressioni di vita: cellula pane e mani di cuore; cellule fuoco; nuova evangelizzazione.

Cellula pane e mani di cuore

I due di Emmaus aprirono le porte del cuore e della casa al Viandante, offrendoGli, alla loro povera mensa, il pane dell’accoglienza; il Risorto si fece riconoscere spezzando loro il Pane della Sua Vita di amore, di dolore, di offerta fino al sacrificio, di trasfigurazione e di missione. […]

Cellule fuoco

La prima accoglienza della Comunità (Natale 1980) era stata generata dall’azione dello Spirito, ricevuto e trasmesso nell’intensa preghiera del cammino di fede personale e comunitario.

Nuova evangelizzazione

Il Vangelo è un “fuoco” che l’I.S.M.S. vuole tenere acceso: persone singole e gruppi di diversa estrazione e provenienza (dai non credenti in ricerca ai credenti in cammino, dai laici ai religiosi, ai gruppi ecclesiali), attraverso simboli, aria che vi si respira e clima in cui si viene immersi, itinerari che vi si offrono, luoghi dell’anima e tempi dello Spirito, possono sperimentare la verità delle parole dell’Emanuele: un fuoco sono venuto a portare sulla terra (Lc 12,49). […]

L’I.S.M.S “parla” i linguaggi anche non verbali – con l’integrazione video/audio dell’epoca dell’immagine e del sentire – e utilizza gli strumenti che l’era Internet offre e richiede); […]

… vie che altri, nella storia umana e religiosa, hanno indagato e che ognuno è aiutato a cercare e trovare; in particolare:

la via dell’esodo,

la via del senso e della sapienza,

la via del silenzio e della parola,

la via crucis,

la via delle sorgenti e della gioia;

la via pulchritudinis,

la via laudis;

e la via delle vie, il Cristo Via-Verità-Vita, sul tracciato biblico-ignaziano.

Intitolato a Ignazio di Loyola, all’interno del Centro Le Sorgenti

“Titolo” e “Annotazioni” degli Esercizi si ritrovano nei simboli dell’ingresso centrale e dei primi corridoi e stanze dell’I.S.M.S. (fino ai pannelli delle culture e delle religioni e ai bassorilievi di Abramo/Isacco e della “roccia” a cui beveva Israele nel cammino verso la Terra Promessa).

Il planetario ripropone il Principio e Fondamento.

All’uscita dal planetario ci si trova nel giardino dell’Eden da cui partono i “sentieri” della Prima settimana: l’albero della conoscenza del bene e del male, le ali spezzate e la spada fiammeggiante, l’uscita dal “giardino” verso il viale dei cipressi e la discesa alla cava come discesa nella tentazione, nel peccato, nella condizione di schiavitù in Egitto sotto il Faraone.

Dalla Prima si passa alla Seconda settimana attraverso i viali della cava (Esodo; Torah/Profezia/Sapienza; Salmi) e il Tempio di Gerusalemme.

La Seconda settimana è richiamata dai simboli che caratterizzano lo spazio tra la Natività e il deserto/giardino della moltiplicazione dei pani, sullo sfondo del Tempio e ai piedi del monte della Trasfigurazione.

La Terza settimana è riproposta nella scala che sale dalla cava al piano strada (“Ecco, saliamo a Gerusalemme”); nell’Orto degli Ulivi e nel Getsemani; nella Via Crucis che costeggia, dall’alto, la via che, in basso, scende verso il peccato e la “morte”, fino alla cripta della cappella grande.

Si arriva così alla Quarta settimana, i cui temi si possono meditare nella cappella grande, nella cappella dell’iconostasi e nel corridoio che le congiunge e prosegue verso la rampa che porta alla terrazza attraverso cui si torna al punto di partenza.

È così raffigurato il ritorno alla vita ordinaria dopo un’autentica immersione nelle “sorgenti” della vita umana e di fede, trasformati dai percorsi biblico-ignaziani di illuminazione, liberazione, purificazione, guarigione, vocazione, missione.

L’I.S.M.S. è all’interno del Centro Le Sorgenti perché esprime una delle due “sorgenti” da cui è nata la Comunità, i poveri e il Cristo, il grido della terra e quello della Croce. Perciò il Centro presenta, da un lato, gli ambienti per l’accoglienza ai “poveri”, a persone con vari problemi e disagi (Comunità Terapeutica; Centro Diurno Alzheimer); dall’altro, una struttura (I.S.M.S.) per i percorsi dell’anima, secondo le proposte degli Esercizi Spirituali ignaziani.

È intitolato a S. Ignazio di Loyola per il rapporto tra la Comunità Emmanuel e la Compagnia di Gesù, tra gli itinerari della vita di Ignazio di Loyola e dei suoi “Esercizi” e quelli dell’I.S.M.S.

Rapporto tra i percorsi della vita di Ignazio di Loyola e dei suoi Esercizi e quelli su cui e per cui l’I.S.M.S. è stato progettato e costruito: S. Ignazio legge con la Bibbia la vita, le profondità dell’animo, la complessità e il dramma della storia, i perché e il senso dell’esistenza, proponendo il cammino dell’uomo biblico e accompagnando gli altri sulle vie scoperte e percorse da lui stesso; è quest’itinerario biblico-ignaziano che ha suggerito l’idea e ispirato la progettazione dell’I.S.M.S., la cui realizzazione è come un grande “plastico” della “struttura” degli Esercizi Spirituali Ignaziani.

Tratto dal libro “Vita con vita”

a cura di Oronzo Casto e Anna Greco,

Emmanuel Edizioni – Lecce 2010


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