Carissimi,
siamo in un tempo difficile da capire. Il virus attacca tutti; dopo i mesi passati, è più aggressivo di prima, e nessuno riesce a fermarlo. I medici hanno trovato alcune terapie per curare quelli che sono contagiati, ma i contagi aumentano. Dobbiamo osservare le regole e le precauzioni
indicate, ma non sempre funzionano e non bastano. Così tutti siamo a rischio, perché non sappiamo dove possiamo incontrare il nemico nascosto.
In tutte le parti del mondo la Chiesa prega perché l’umanità sia liberata da questa pandemia, ma il virus si diffonde e miete vittime in tutti i popoli.
Noi siamo cristiani e in questo tempo dobbiamo dare testimonianza alla fede. Come credere in questa situazione?
Se la nostra preghiera per ora non è esaudita, sappiamo però che il Signore ci ascolta. Lui che parla attraverso la natura, la Scrittura e gli eventi della storia, cosa ci vuole dire con questa epidemia generale che ha globalizzato la sofferenza e il dolore? Non lo sappiamo, e non capiamo cosa sta
succedendo. Sappiamo però che Dio opera sempre con la sua bontà e provvidenza (Gv 5,17).
Allora è il momento di riprendere la breve preghiera del piccolo Samuele che si sente chiamare nella notte: Parla, Signore, che il tuo servo ti ascolta (1Sam 3,10).
Preghiamo con fiducia e insistenza. Il Signore ci darà la luce per capire e l’aiuto per superare questa tragedia. Siamo prudenti e viviamo il meglio che possiamo la parola di san Paolo: Lieti nella speranza, forti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera (Rm 12,12).
Maria, aiuto dei cristiani e salute degli infermi, prega e intercede per noi.
Un saluto.
Padre Domenico Marafioti sj